venerdì 18 maggio 2012

i film 28 - Dead Man



1995 DEAD MAN
di Jim Jarmusch con Johnny Depp, Lance Henriksen, Gary Farmer, Mili Avital, Crispin Glover, Michael Wincott, Eugene Byrd, John Hurt, Robert Mitchum, Gabriel Byrne, Alfred Molina, Iggy Pop, Billy Bob Thornton

Allucinato capolavoro visionario di Jarmush. Un'opera sgangherata e unica come un po' tutto il cinema del regista, autore in passato a volte anche un po' lezioso, ma sempre interessante e che con questo film e i successivi (Ghost Dog, Broken Flowers, The Limits of Control) si è affermato come uno dei grandi solitari del cinema recente.
Il lungo viaggio verso la morte di William Blake, timido contabile di Cleveland, che si può anche leggere metaforicamente come quello di un intero genere, il western, che completamente spogliato dall’aurea mitica della sua variante classica e di quella nostalgica di quella crepuscolare, rimane solo come desolato scenario su cui si muovono come ombre delle trasognate figure ormai in bilico sull’oltretomba.


Il west più sordido e devastato mai visto sullo schermo, con una città mineraria sovrastata da una enorme fabbrica e il cui commercio più fiorente sembra essere quello di bare e una frontiera popolata da cacciatori di opossum gay, cacciatori di taglie cannibali e indiani filosofi ultimi depositari delle reliquie di una trascendente spiritualità. L’andamento è lento, ipnotico e prosegue più per suggestioni e allegorie che seguendo un vero flusso narrativo, in un alternarsi di sequenze di grande forza, improvvisa violenza, commovente bellezza, lacerante poesia, evidenziate da uno spoglio bianco e nero di abbacinante splendore e dal lancinante commento musicale di Neil Young (tre note in croce per tutto il film, molte parti rumoristiche, ma in molte scene l'unione tra immagini e musica è semplicemente devastante - due anni dopo Jarmush ringrazierà Young girando su di lui uno splendido documentario on the road: Years Of The Horse).


Un Cuore di tenebra nel West, ma senza neanche un colonnello Kurtz da assassinare nel finale, solo un lungo viaggio verso il nulla. Ma anche uno dei rari western degli ultimi trent'anni non ripiegati sul passato glorioso e ingombrante del genere, che ha saputo utilizzarlo per creare sequenze memorabili e originali: il prologo in treno dai tempi dilatati, i titoli di testa con la chitarra di Neil Young che "manda in pezzi" il titolo scritto con le ossa, la camminata di Johnny Depp nelle strade di Machine stracolme di simboli di morte, la fuga tra i fiori di carta bianchi nel fango, la visione di Nessuno con il Peyote, Iggy Pop vestito da donna che vaneggia su "Riccioli d'oro" e filistei, l'assassinio degli sceriffi gemelli Lee e Marvin ("Sei tu William Blake?" "Sono io... conosci le mie poesie?" BANG), la cavalcata tra le sequoie, il ritrovamento del cucciolo di cerbiatto morto, la sparatoria al trading post, il viaggio sul fiume, l'infinita camminata finale al rallentatore nel villaggio dei Klamaths, l'ultimo viaggio verso il mare aperto.


Johnny Depp è perfetto con il suo faccino da bravo ragazzo nel far risaltare lo spaesamento del protagonista di fronte alla nuova dimensione che gli si apre davanti. Gary Farmer è l’indiano Nessuno, “Colui che parla ad alta voce senza dire niente” e che come un novello Caronte traghetta il protagonista fino al termine della vita. Il suo tormentone "stupid white man!" in America è diventato proverbiale, tanto da essere parafrasato da Micheal Moore per un suo libro. Lance Henriksen interpreta la più delirante e grottesca figura di bounty killer mai apparsa in un western. Ma ci sono anche Iggy Pop vestito da donna, il bounty killer chiaccherone di Michael Wincott, Billy Bob Thornton irriconoscibile sotto il barbone di un cacciatore di opossum, Mili Avital come la più tenera prostituta mai vista, John Hurt, Gabriel Byrne e, soprattutto, il grande Robert Mitchum alla sua ultima apparizione, sogghignante, col sigaro in bocca, doppietta in mano e che parla solo al suo orso impagliato.


Tommaso Sega e Mauro Mihich

Nessun commento:

Posta un commento