venerdì 13 aprile 2012

le monografie 4 - Il Weird Western 2

Prima di riprendere la rassegna in ordine cronologico, torniamo un po' indietro per rimediare a due dimenticanze legate agli anni 70 e 80. Non si tratta però di due titoli western, neanche "weird", ma di un film di fantascienza e di un film fantasy-horror. Parliamo del celebre Il mondo dei robot (Westworld, 1973) di Michael Crichton e del molto meno noto e molto meno riuscito La casa di Helen (House I: The Second Story, 1987) di Ethan Wiley. In realtà nel contesto di questo blog non ci interessa citare tanto i film in sé, quanto piuttosto i due rispettivi villain, personaggi che era doveroso segnalare in una rassegna come questa.


Per quanto riguarda “Il mondo dei robot” parliamo ovviamente del pistolero robot interpretato da un inquietante Yul Brynner. Interpretando questa specie di precursore di Terminator, l’attore ripropone lo stesso personaggio nerovestito de "I magnifici sette" e da vita ad un'icona entrata se non nell’immaginario collettivo quantomeno nell’immaginario di molti appassionati di cinema.


Molto meno noto il cowboy zombie de "La casa di Helen". Il film è un modesto fantasy di serie B a base di buchi spaziotemporali, attraverso i quali protagonisti vengono proiettati in varie epoche e luoghi. Ovviamente finiscono anche nel vecchio west, dove devono fare i conti con un temibile cowboy zombi, personaggio dal riuscito make-up, forse ispirato a Yosemite Sam dei cartoni della Warner Bros e caratterizzato dalla trovata delle pallottole sparate direttamente dall'indice della mano.

Il Weird Western, parte 2


1990 Tramonto (Sundown: The Vampire in Retreat)
di Anthony Hickox con David Carradine, Bruce Campbell, John Ireland

Horror western che anticipa parecchie idee di "Dal tramonto all’alba". Nato sulla scia giocosa e demenziale degli “Evil Dead” di Sam Raimi, da cui è ripreso l’attore simbolo Bruce Campbell, qui nelle vesti di un erede (ovviamente cialtrone) del cacciatore di vampiri Van Helsing. Ai giorni nostri una famigliola si trasferisce in una città nel deserto che si rivela una comunità di vampiri, guidata per loro fortuna da un Dracula pacifista (David Carradine), ma che un cattivo vampiro (John Ireland, veterano di decine di western americani e italiani) vuole riportare alle vecchie cattive abitudini. Gli omaggi al camp di "Billy the Kid vs. Dracula" si mescolano a citazioni dei film di Leone, paesaggi alla John Ford si accompagnano ad un'estetica da video musicali anni 80 stile ZZ Top. Divertente o insopportabile a seconda dei punti di vista.


1990 Grim Prairie Tales
di Wayne Coe con James Earl Jones, Brad Dourif

Film ad episodi, formula per un po' tornata di moda sul finire degli anni 80 in campo horror. Due personaggi, uno scrittore e un cacciatore di taglie (i due grandi caratteristi James Earl Jones e Brad Dourif), si raccontano quattro storie paurose davanti al falò. Tutti i racconti hanno più o meno a che fare con il razzismo e la sopraffazione sociale, e sono basati sul sempre efficace espediente narrativo che mette in scena un sopruso e la conseguente vendetta soprannaturale. Meccanismo tipico dei fumetti horror degli anni 50. Film a basso budget, ma ben fatto e più interessante rispetto a prodotti analoghi, grazie all’insolita ambientazione western e alla carica sociale dei racconti.


1991 Terre desolate (Into the Badlands)
di Sam Pillsbury con Bruce Dern, Mariel Hemingway, Helen Hunt, Dylan McDermott

Rarissimo film televisivo, sulla carta parecchio interessante. È un altro horror western ad episodi, con tre racconti legati dalla presenza di un cacciatore di taglie interpretato da Bruce Dern. Notevole dovrebbe essere la rappresentazione di un west brutto, sporco e fatalista, che anticipa la visione del Clint Eastwood de “Gli spietati” dell’anno successivo. Una sorta di “Ai confini della realtà” in salsa western, dai toni parecchio crudi e disperati e dalle atmosfere cupe e necrofile molto ben rese, che racconta di un amore disperato tra un fuggitivo e una prostituta da saloon, di due donne assediate nella loro capanna da dei lupi famelici e delle difficoltà che deve affrontare un cacciatore di taglie per conservare il cadavere di una sua preda.


1992 Mad at the Moon
di Martin Donovan con Mary Stuart Masterson, Hart Bochner, Fionnula Flanagan, Stephen Blake

Altro raro film piuttosto interessante, anche se il west dovrebbe solo fare da sfondo a questa storia un po' stile sorelle Bronte, con una donna (Mary Stuart Masterson, ai tempi sulla cresta dell'onda) innamorata di uno scontroso pioniere che si rivelerà essere un lupo mannaro. Romanticismo, sessuofobia e paure raccontate con un ritmo lento, lunghi silenzi e atmosfere ipnotiche. Budget permettendo un film più dalle parti di certo cinema d’autore europeo, che non di un classico western. Basato sulle performance attoriali, non disdegna trovate surreali e ambigue.


1993 The Uninvited
di Michael Derek Bohusz con Jack Elam, Christopher Boyer, Bari Buckner

Raro pure questo. Strano notare come questi film dei primi anni 90 sembrino più introvabili e misteriosi di pellicole di serie Z degli anni 50. È l’ultimo film di Jack Elam, celeberrimo caratterista dall'inconfondibile sguardo strabico, la cui partecipazione al film si limita però ai tre minuti iniziali. Una male assortita compagnia di personaggi si contende una miniera d’oro, che purtroppo per loro è anche un sepolcro indiano. Gli spiriti non la prenderanno bene. Un film lento, ambientato tra montagne nebbiose, che si rifà all’iconografia dei film sulla febbre dell’oro, popolato da personaggi sgradevoli, su cui pesa un senso di meritato castigo.


1993 Grey Knight o Ghost Brigade o The Killing Box
di George Hickenlooper con Adrian Pasdar, Cindy Williams, Martin Sheen

Eh già… interessante ma raro e quasi introvabile pure questo. Per di più quando un film gira con più di due titoli o è una ciofeca che i produttori tentano di piazzare dove capita, o è un film “maledetto” di cui girano più versioni. Pare che questo sia un caso del genere. “Killing Box” dovrebbe essere la versione piattamente televisiva sforbiciata dai produttori, “Grey Kinight” la versione più ambiziosa voluta dal regista e montata nientemeno che da Monte Hellman, “Ghost Brigade”... boh. Nel 1860, durante la guerra civile americana, un reggimento confederato viene massacrato, ma i cadaveri vengono posseduti dagli spiriti voodoo, che formano così un esercito di vampiri-zombie e terrorizzano sia nord che sud. Il regista è lo stesso di “Hearts of Darkness: A Filmmaker's Apocalypse”, il celebre documentario sulle riprese di "Apocalypse Now!". E infatti la storia dovrebbe avere più di un debito con il film di Coppola, oltre che con “Sierra Charriba” di Peckinpah. Martin Sheen appare in un cameo come Generale Lee.


1993-1994 Le avventure di Brisco County (The Adventures of Brisco County, Jr.)
Telefilm in 27 episodi con Bruce Campbell, Julius Carry, Christian Clemenson

Un piedidolci dell'est (Bruce Campbell) diventa un cacciatore di taglie del West per vendicare la morte del padre, ma nel corso del suo vagabondare avrà a che fare con ogni sorta di stramberia: fantasmi, extraterrestri, civiltà perdute, superuomini, cavalli telepatici, sceriffi sosia di Elvis Presley. Tentativo di aggiornare lo spirito di “Wild Wild West” con lo spirito demenziale e ultra-citazionista degli anni 90. Quel che manca rispetto al modello è un'atmosfera credibile che renda coerente il mix spericolato di generi.



1995 Legend Telefilm in 12 episodi con Richard Dean Anderson, John de Lancie

Un altro telefilm che vorrebbe rinverdire le bizzarrie di "Wild Wild West", dando maggior spazio alle invenzioni steampunk. Piuttosto cervellotica l’idea di fondo: uno scrittore avventuriero scrive una serie di romanzi fantastici ambientati nel west, con protagonista l’immaginario Nicodemus Legend, ma troppi ammiratori prendono sul serio i suoi racconti e lo identificano con il personaggio. Tra i sui fan c’è anche uno scienziato squinternato, che grazie alle sue folli invenzioni può rendere reali molte delle trovate dei romanzi. Afflitto dal blocco dello scrittore, il protagonista accetta suo malgrado di vivere avventure come quelle del suo personaggio per trarne ispirazione. Flop in America, mai arrivato credo in Italia. Non sembra molto interessante.


1996 Lazarus Man (The Lazarus Man)
Telefilm in 22 episodi con Robert Urich

Serie cospirazionista ambientata sul finire della guerra di secessione. Lazarus di nome e di fatto il protagonista si risveglia in una tomba, riesce miracolosamente ad uscirne vivo, ma con parecchi buchi nella memoria. Il suo ultimo ricordo è l'assassinio di Lincoln. Western “weird” senza elementi fantastici, ma pieno di misteri e dalla struttura a thriller insolita per il genere. La serie è stata interrotta per una grave malattia che colpì l’attore protagonista sul set.


1997 Blood Trail
di Barry Tubb con Raoul Trujillo, Barry Tubb, R.J. Preston

Mentre saccheggiano delle tombe indiane, una coppia di cowboy si imbatte in un corpo sepolto in modo insolito. Neanche a dirlo liberano così il demone Bloody Hands, che prende possesso di uno degli uomini e che per rendere giustizia al suo nome inizia a lasciarsi dietro una scia di sangue e cadaveri. Una posse di sceriffi e una guida indiana dovranno fronteggiare la terribile minaccia. Horror western piuttosto sanguinario, pur nei limiti di un film nato per il mercato home-video, quindi con i massacri lasciati prudentemente appena fuoricampo. Girato quasi come un western normale, con più attenzione ai momenti di caccia e alla resa degli ambienti naturali che non all’elemento soprannaturale. Difficile dire se per limiti di budget o per scelta stilistica.


1999 Purgatory
di Uli Edel con Sam Shepard, Eric Roberts, Donnie Wahlberg, Randy Quaid, Brad Rowe

Una banda di fuorilegge capita in uno strano paesino, dove gli abitanti sono tutti pacifici e non violenti e chi usa la violenza finisce all’inferno. E non in senso figurato. Una specie di episodio di “Ai confini della realtà” dilatato molto oltre il doppio della sua naturale durata. L’idea di fondo non era male, ma ne è uscito un film TV piatto e verboso, che si sveglia troppo tardi ed è diretto dal tedesco Uli Edel (salito brevemente alle cronache negli anni 80 per il “Christiane F. - Noi ragazzi dello zoo di Berlino”) con la consueta mancanza di verve. L’ambientazione western è falsa e posticcia, stile “Signora del west”. Al solito sprecato Sam Shepard.


1999 L'insaziabile (Ravenous)
di Antonia Bird con Robert Carlyle, Jeffrey Jones, Guy Pearce

Il relativamente più noto dei film finora trattati. Curioso e nerissimo horror-western che unisce il mito del Windigo alle cronache cannibali del West tipo Carovana Donner. Inizia all'insegna di un ghignante antimilitarismo, continua con una parte avventurosa tesissima e spiazzante, si trasforma in un thriller intriso di humour nero e si conclude nell'horror più satirico e grandguignolesco. Nonostante i molti squilibri, dovuti probabilmente a grossi problemi produttivi (il film fu iniziato dal macedone Milko Manchevski, autore di Dust, e poi affidato all'inglese Antonia Bird), un film malsano di notevole impatto, sorretto da un gran cast e una splendida ambientazione naturale. Qualche metaforone politico di troppo nel finale e un’idea di fondo che a tratti mette a dura prova la sospensione d'incredulità. Prendere lontano dai pasti.


1999 Wild Wild West
di Barry Sonnenfeld con Will Smith, Kevin Kline, Salma Hayek

Dopo tanti piccoli film indipendenti e a basso budget un colossal hollywoodiano. Versione cinematografica dell’omonimo telefilm anni 60 semplicemente insostenibile. La leggerezza e l’understatement dell’originale lasciano il posto ad un'estetica da baraccone e un’ironia cialtrona che non fa mai ridere, neanche per sbaglio. Ancor più che il telefilm, a livello visivo il modello sembrerebbe essere “La grande corsa” di Blake Edwards, sempre di quegli anni, ma è un confronto ancora più imbarazzante. Com'è imbarazzante lo spreco di soldi che si vede dietro ad ogni fotogramma di questa assurda pacchianata miliardaria. Fino ad allora il regista Sonnenfeld (La famiglia Addams, Get Shorty, Men in Black), se non un fuoriclasse, almeno era sembrato un buon artigiano.


2000 Dal tramonto all’alba 3: la figlia del boia (From Dusk till Dawn 3: The Hangman's Daughter)
di P.J. Pesce con Ara Celi, Marco Leonardi, Michael Parks

Questo film inaugura una curiosa tendenza di alcune saghe horror degli ultimi anni: il prequel western. In questo caso gli autori si limitano a trasporre nel vecchio west la stessa formula di “Dal tramonto all’alba” di Rodrìguez e Tarantino. Se nell’originale dal noir on the road si passava all’horror, qui il passaggio è logicamente dal western all’horror. Il protagonista è nientemeno che lo scrittore Ambrose Bierce, realmente scomparso in Messico nel 1914, che viene rapito insieme alla figlia del boia del titolo da un fuorilegge sfuggito al patibolo. Insieme finiranno nel solito postribolo gestito da vampiri. Anonima produzione dal basso budget ma, fatto il callo alle solite e prevedibili rodomontate di Rodrìguez (soggetto suo, sceneggiatura di un suo cugino), abbastanza divertente.


2002 Legend of the Phantom Rider o Trigon: The Legend of Pelgidium
di Alex Erkiletian. Con Denise Crosby, Robert McRay, Stefan Gierasch

Inizia come un classico western di vendetta, con il solito sopravvissuto ad una strage famigliare che vuole farla pagare ai cattivi. Senonché ad un certo punto si rivolge ad uno stregone indiano che evoca per lui un demone-pistolero. Il demone, tal Pelgidum, sembra Jonah Hex interpretato dal sosia capellone del Klaus Kinski de "Il grande silenzio" (grazie al trucco: in realtà l’attore che lo impersona, Robert McRay, non somiglia per nulla al tedesco) e farà piazza pulita stile Clint Eastwood ne "Lo straniero senza nome”. A parte la riuscita e inquietante presenza del demone tutto dovrebbe svolgersi come in un canonico western. Non sembrerebbe male, ma è un film praticamente invisibile, su cui è difficile trovare persino notizie.


2004 La casa maledetta (Dead Birds)
di Alex Turner con Henry Thomas, Patrick Fugit

Durante la guerra di secessione una banda di fuorilegge si rifugia da una tempesta in una casa abbandonata. Abbandonata dagli uomini, ma non da alcune terrificanti presenze. Ennesimo prodotto a basso budget che cerca di mescolare il western con una trama alla Lovecraft. Intriga parecchio che per farlo adotti i ritmi e le atmosfere degli horror orientali, quindi cercando la suspense grazie ad apparizioni inquietanti e ambientazione sinistre, piuttosto che ai soliti mostri. Serio e tetro, più goticheggiante che western. Notare che né il titolo italiano (che ci ammorba con l’ennesima “casa” in un titolo horror), né quello originale segnalano l’ambientazione ottocentesca, come nemmeno manifesti e locandine.


2004 Licantropia (Ginger Snaps Back: The Beginning)
di Grant Harvey con Katharine Isabelle, Emily Perkins, Nathaniel Arcand

Terzo e ultimo capitolo di una saga sulla licantropia poco nota in Italia, incentrata su personaggi femminili e adolescenziali. Dopo due capitoli ambientati a giorni nostri questo è il prequel ambientato nel 1815. Più che nel western siamo quindi dalle parti dell’avventuroso settecentesco stile “L’ultimo dei mohicani”, incrociato con il gotico ottocentesco. Nonostante l’assoluta esiguità del budget, molto riuscita l’ambientazione con boschi innevati e nebbiosi, fortini sperduti, indiani misteriosi e branchi di lupi affamati. Certo il clima è più quello di una fiaba crudele che di un film d’azione. Pare sia considerato il migliore della trilogia.


2004 Tremors 4 - Agli inizi della leggenda (Tremors 4: The Legend Begins)
di S. S. Wilson con Michael Gross, Sara Botsford, Billy Drago

Ennesimo prequel in salsa western di una fortunata saga horror. Il primo “Tremors” nel 1990 era stata una gustosa sorpresa, ma la formula “simpatici burini americani contro i mostri” aveva già mostrato la corda nei due capitoli successivi. La variante western non migliora di molto le cose e il film non va molto al di là di un potenziale cazzeggio televisivo pomeridiano. Però qualche gag e qualche personaggio non sono male, a cominciare dal pistolero vigliacco interpretato dal caratterista Billy Drago. I superstiti del cast originale interpretano gli antenati/sosia dei loro personaggi, come nelle storie di Topolino.

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