martedì 10 gennaio 2012

il western tedesco 1

C'ERA UNA VOLTA IL KRAUT WESTERN
1. La saga di Winnetou

Tra la crisi del cinema western americano e l'avvento dei film di Sergio Leone, per tre anni, dal 1962 al 1965, la via per il West passò tra le alpi tedesche della Germania Occidentale. Il cosiddetto kraut western (nomignolo un po' denigratorio ormai nobilitato dall'uso, al pari di spaghetti western) fu un filone atipico nel genere. Nonostante il grande successo non espresse molti titoli (una trentina) e fu quasi del tutto impermeabile all'influenza degli spaghetti western, preferendo sparire piuttosto che cambiare. Un cinema classico, di stampo decisamente hollywoodiano, indirizzato ai ragazzi (per quanto parecchio violento, come si usava in epoche non ancora politicamente corrette) che a differenza degli "spaghetti" non si metteva in competizione diretta col western americano, sfruttandone invece un filone relativamente poco frequentato da Hollywood: il western avventuroso settecentesco alla Fenimore Cooper. Unica grande differenza con i film americani, il ruolo sempre positivo attribuito agli indiani. Caratteristica che poi verrà estremizzata nel flione degli "indianerfilme" di Gojco Mitic prodotti nella Germania orientale. Base del genere, con ben 13 trasposizioni (di cui 11 appartenenti alla saga di Winnetou), i romanzi dello scrittore Carl May, una sorta di Salgari tedesco. In generale, altro enorme differenza con i western italiani, tutti i kraut western avranno un' origine letteraria. Oltre a quello di May i nomi chiave del genere saranno quelli del regista Harald Reinl (otto film), dell'attore americano Lex Barker, ex-Tarzan ed ex-divo americano, tornato tale interpretandone uno ne "La dolce vita" di Fellini, e il francese Pierre Brice che interpreterà l'indiano Winnetou, personaggio simbolo del genere, ancora oggi popolarissimo in Germania, tanto da essere ancora protagonista di film d'animazione e di recentissime serie televisive.

Il primo ciclo di Winnetou

Generalmente considerati dagli appassionati i migliori del genere.
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1962 Der Schatz im Silbersee (Il tesoro del lago d'argento) di Harald Reinl
con Lex Barker, Pierre Brice, Karin Dor, Herbert Lom

Primo film del ciclo Winnetou. Prototipo del genere e primo western europeo di (enorme) successo. Ai tempi quasi un kolossal, il film tedesco più costoso mai girato fino ad allora. Grandi spazi montani, tesori nascosti, mappe, rapimenti, inseguimenti e omicidi: gli elementi più caratteristici del genere ci sono già tutti. Lex Barker nei panni del coraggioso trapper Old Shatterhand e Pierre Brice nei panni del capo indiano Winnetou diventano gli idoli di una generazione di ragazzini tedeschi. Il veterano Reinl fornisce una regia di solidità hollywoodiana. Tipica del genere anche la fotografia dai colori caldi e saturi. Altro particolare non indifferente, le molto decorative attrici chiamate di volta in volta ad interpretare varie bellissime indianine.

1963 Winnetou I. Teil (La valle dei lunghi coltelli) di Harald Reinl
con Lex Barker, Pierre Brice, Marie Versini, Mario Adorf

Secondo Winnetou (a dispetto del titolo): è quasi un prequel, dato che racconta l'inizio dell'amicizia tra i due protagonisti. Uno dei migliori e più amati capitoli del filone. Intricata storia di tradimenti, guerre indiane, ferrovie e cercatori d'oro. Il trapper Old Shatterhand deve fermare una guerra imminente e salvare l'amico Winnetou, rapito dagli indiani cattivi. C'è pure un treno che sfonda un saloon, se ricorda qualcosa...

1963 Winnetou II. Teil (Giorni di fuoco) di Harald Reinl
con Lex Barker, Pierre Brice, Anthony Steel, Karin Dor, Klaus Kinski, Mario Girotti [Terence Hill]

Terzo Winnetou. Il solito Winnetou è nei guai per colpa del solito fomentatore bianco, che vuole scatenare l a solita guerra tra indiani e pionieri. A dargli una mano, ovviamente, l'amico di sempre Old Shatterhand. Solite avventure, ma anche solito gran divertimento. Occhio che a questo giro spuntano fuori gli ancora sconosciuti Klaus Kinski e Horst Frank, più un Mario Girotti non ancora diventato Terence Hill.

1963 Old Shatterhand (La battaglia di Fort Apache) di Hugo Fregonese
con Lex Barker, Guy Madison, Pierre Brice, Daliah Lavi, Rik Battaglia

Primo dei Winnetou non diretti da Reinl, quindi considerato dai cultori una specie di capitolo fuori serie. Un misterioso individuo compie dei delitti addossandone la colpa agli indiani. Occorre risolvere il mistero e fermare il massacro. La saga passa nelle mani del talentuoso argentino Hugo Fregonese, che negli anni 50 ad Hollywood aveva girato il misconosciuto capolavoro "La rivolta dell'apache". Come in quello, anche in questo mette in scena una memorabile e sanguinosa battaglia, incupendo parecchio i toni e realizzando forse il miglior kraut western di sempre. L'italiano Rik Battaglia da qui in poi diventerà il cattivo per eccellenza del genere.

1965 Winnetou III. Teil (Desperado Trail) di Harald Reinl
con Lex Barker, Pierre Brice, Rick Battaglia, Sophie Hardy, Gojco Mitic

Sarebbe il quarto capitolo di Winnetou, benché distribuito dopo almeno sei film con protagonista il capo indiano interpretato da Pierre Brice (se non vi è chiaro cosa sto scrivendo aspettate il paragrafo successivo). Ma per i puntigliosi tradizionalisti della serie sono "ufficiali" solo i film diretti da Reinl. Capitolo storico per gli appassionati, in qualche modo conclusivo dato che il personaggio di Lex Barker/Shatterdand in questo film addirittura muore! I film successivi che rimetteranno in scena il trapper Old Shatterhand andrebbero quindi considerati come dei prequel.

I Winnetou "apocrifi"

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1964 Unter Geiern (Là dove scende il sole) di Alfred Vohrer
con Stewart Granger, Pierre Brice, Elke Sommer, Gojco Mitic, Mario Girotti [Terence Hill]

Il francese Pierre Brice si presta ad una produzione di film con Winnetou quasi parallela a quella con Lex Barker. Cambiano produttori, registi e soprattutto il compagno d'avventure: al posto di Lex Barker, Stewart Granger, che porta nel filone il fascino e il disincanto dei suoi ruoli hollywoodiani, ma soprattutto una abbondante dose di autoironia. Invece che Mano di Ferro (Shatterhand), il suo personaggio si chiama Mano Sicura (Surehand), o Mano Veloce come vogliono i distributori italiani. Per qualche appassionato il primo film con il divo americano è persino migliore dei primi intoccabili Winnetou diretti da Reinl. Occhio alla morbidosa Elke sommer, al ruspante "indiano" Gojco Mitic futura star del western oltre Cortina e ad un Terence Hill ancora Mario Girotti, che tornerà nei film successivi.

1964 Und Der Ölprinz (Danza di guerra per Ringo) di Harald Philipp
con Stewart Granger, Pierre Brice, Macha Meril, Mario Girotti [Terence Hill]

Il pubblico di ragazzini non ha gradito il cambio di guardia tra lo statuario Lex Barker e il flemmatico e brizzolato Stewart Granger, così il film precedente non ha ottenuto un gran successo. La produzione si fa quindi svogliata e di serie B, con tanto di scene al risparmio riciclate da altri film. Considerato da molti il capitolo peggiore della serie. L'imbecillissimo titolo italiano rende chiaro che i tempi stavano cambiando.

1965 Old Surehand I. Teil (Surehand, Mano Veloce) di Alfred Vohrer con Stewart Granger, Mario Girotti [Terence Hill], Pierre Brice, Letitia Roman
Il ritorno di Vohrer alla regia garantisce una maggiore solidità rispetto al capitolo precedente. Visto che le star Stewart Granger e Pierre Birce ormai costano troppo vengono messi un po' in disparte (Old Surehand appare quasi a metà film), mentre cresce il ruolo del meno costoso (ancora per poco) Terence Hill/Mario Girotti, protagonista della parte sentimentale del film a fianco di Letitia Roman.

Gli ultimi Winnetou

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1966 Winnetou und sein freund Old Firehand (Tempesta alla frontiera) di Alfred Vohrer
con Pierre Brice, Rod Cameron, Marie Versini

Mentre infuria la tempesta degli spaghetti western, l'ottimo Vohrer - già regista dei migliori Winnetou con Stewart Granger - tenta di svecchiare la serie, modernizzando la confezione e aumentando considerevolmente il tasso di violenza. Oppure semplicemente l'aria dei tempi tirava ormai troppo forte per continuare a sperare di ignorarla. Il povero Rod Cameron, attore americano sul viale del tramonto, già scarto dagli spaghetti western (era il protagonista de "Le pistole non discutono" il famigerato film gemello di "Per un pugno di dollari"), affligge il film con il suo faccione stanco, interpretando il nuovo compagnuccio di Winnetou: Old FireHand (dopo Old Shatterhand e Old Surehand... viva la fantasia).

1966 Winnetou und das Halbblut Apanatschi (Il giorno più lungo di Kansas City) di Harald Philipp
con Lex Barker, Pierre Brice, Ursula Glas

La serie ritrova Lex Barker e si riforma la coppia originale. Al penultimo film della serie, sostanzialmente la formula è sempre la stessa: ancora una volta il miraggio dell'oro minaccia la coesistenza tra indiani e coloni e tocca ancora una volta alla ricostruita coppia d'oro fare piazza pulita dei cattivi e proteggere l'indianina bona di turno. Alla regia Harald Philipp, che non vale l'altro Harald (Reinl) della serie, ne il precedente Vohrer, ma il film ha i suoi estimatori.

1968 Winnetou und Shatterdand im Tal der Toten (L'uomo dal lungo fucile) di Harald Reinl
con Lex Barker, Pierre Brice, Rick Battaglia

Undicesimo e ultimo Winnetou. E fine in generale dei kraut western, ormai totalmente soppiantati dagli spaghetti western. Torna al timone il veterano Harald Reinl e tutti gli attori principali del primo mitico film, ma sembrano passati vent'anni invece che solo sei, visto che il film viene distribuito poco e male, passando totalmente inosservato. Trama che ricicla i soliti elementi sfiorando l'ossessione: oro, indiani, soldati, false accuse e banditi fomentatori. Coerenza o testardaggine?

Tommaso Sega

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